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lunedì 3 aprile 2017

PROPOSTE DELLA FONDAZIONE ROMANI'




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Folclorismo ed oscurantismo






È molto più semplice di quando si possa immaginare mettere in atto soluzioni per migliorare le condizioni di vita e la coesione socio-culturale delle comunità romanès; per raggiungere con successo questi obiettivi è essenziale un modello di partecipazione attiva e qualifica del rom, specifico e non esclusivo, il quale incide sulla definizione del futuro della minoranza romanì.

Dopo i documentati errori del passato verso la minoranza romanì realizzate con “il gioco delle tre carte” con politiche differenziate-assistenziali-segreganti dei campi nomadi, delle micro-aree e dei diritti differenziati, NON DOBBIAMO permettere che la partecipazione attiva del rom sia strumentalizzata, e possiamo farlo rendendo visibili e documentate le nostre proposte e le nostre azioni.

Deve essere chiaro che dipende da noi, dall’attivismo/associazionismo romanò.

Nei giorni scorsi i media hanno riportato che a Roma una cooperativa ha “ingaggiato” una persona rom, Luciano Casamonica, ed altri suoi sette familiari per il servizio di vigilanza ai campi nomadi.

Non si tratta di una casualità, ma è la generalizzata scelta della politica, delle istituzioni e della società civile, di adottare un modello di partecipazione attiva del rom tutto concentrato su folclorismo e oscurantismo, in cui la persona/associazione rom è in balia della volontà altrui.

Occorre riconoscere che il modello di partecipazione attiva del rom, folcloristico ed oscurantista, è realizzato in Italia per responsabilità di quelle persone/associazioni rom che si prestano sia a svolgere ruoli senza avere specifiche conoscenze-competenze, sia a collaborare o gestire progetti inutili, e spesso dannosi, per le comunità romanès.

Gli esempi documentati di progetti fallimentari con la partecipazione attiva del rom sono numerosi.

Non ha più senso e valore continuare ad attribuire responsabilità ad altri, perché oggi la responsabilità è chiaramente di un attivismo/associazionismo romanò che in gran parte sta dimostrando incompetenza nell' indicare e realizzare proposte inserite in un contesto dotato di senso e coerenti ai bisogni delle comunità, ed anche incapacità a comporre strategie e collaborazioni per canalizzare risorse e energie di tutti nella direzione di soluzioni utili a migliorare le condizioni delle comunità romanès.

Fondazione romani Italia ha analizzato criticamente gli errori del passato per la minoranza romanì ed alla luce delle considerazioni emerse ha definito il percorso di elaborazione di una specifica visione politica con un modello di partecipazione attiva e qualificata del rom, specifica e non esclusiva, nei processi consultivi, decisionali e gestionali, laddove per “qualificata” si intende dotata di conoscenze-competenze professionali e di requisiti morali.

All’interno della visione politica di Fondazione romanì Italia il modello di partecipazione attiva del rom e le azioni e le pratiche quotidiane legate al riconoscimento della personalità culturale alla minoranza romanì, creano un movimento virtuoso che si completa con la responsabilizzazione delle comunità romanès, le quali diventano protagonisti del proprio futuro e della promozione della propria identità culturale nel pieno e aperto dialogo con tutte le comunità del territorio in cui si trovano a vivere.

I risultati realizzati da questo movimento virtuoso di Fondazione romanì Italia sono visibili e mettono in discussione il “sistema” di sviluppo degli interventi per la minoranza romanì che tanti danni ha prodotto.


 


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Fondazione romanì Italia

Via Rigopiano n. 10/B  - 65124 Pescara  - 3277393570

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