Ecco una mia brevissima (ma spero decente) sintesi:
Tommaso Vitale descrive l'errato approccio generalmente in uso in Italia. Rom descritti come nomadi, zingari, omogeneizzati come appartenenti ad un'etnia, ad una razza. In qualche modo "ipervisibili" (le baraccopoli, l'enfasi dei media su sgomberi e aspetti di criminalità) e nel contempo "devisibili", ipervisti come sterotipi e mai visti x quello che sono realmente. La mancanza di reale conoscenza fomenta la romfobia e perfino interventi assurdi (bambini tolti alle loro famiglie perché biondi e presumibilmente rubati e poi restituiti solo grazie alla prova del DNA...). In realtà, dice Vitale, siamo di fronte ad una galassia assai complessa di minoranze che hanno tratti comuni (linguisti e antropologici: es. la famiglia allargata...) ma che sono assai eterogenee per religione, costume, condizioni giuridiche (italiani, stranieri, apolidi, apolidi di fatto), situazione economica ed abitativa.
Per un lavoro decente occorre proprio conoscere la VARIETA' (contro gli stereotipi positivi o negativi che siano). Costruire coalizioni virtuose fra associazioni rom (partecipazione politica attiva) e associazioni di promozione umana e antirazziste. Favorire la formazione di dirigenti e amministratori preparati.
E soprattutto rapportarsi ai Rom non come ad una massa indifferenziata ma come INDIVIDUI, CITTADINI, PERSONE.
Paolo Teruzzi
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argome...
13 ore fa
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