Translate

Visualizzazioni totali del nuovo Blog

AGGIORNAMENTI DA SITI E BLOG

ASSOCIAZIONE 21 LUGLIO

ALEXIAN SANTINO SPINELLI

osservAzione

SUPPORTING ROMA VOICES

ROMA RIGHTS

OPRE ROMA!

RomaniNet - animated romani language cours

SEGRETARIADO GITANO

THE ROMANI WAY

MARCELLO ZUINISI (NAZIONE ROM)

martedì 13 maggio 2014

GIURGIEDAN, FESTA DI INIZIO ESTATE


Giurgiedan: si festeggia l’inizio della bella stagione


fiume 

Il 6 maggio è “Giurgiedan” ovvero la festa di inizio estate. Andrea Stasolla, attivista della campagna “Romaidentity – Il mio nome è Rom” illustra festività e riti, come quello dell’ospitalità, proprie alla cultura Rom, per una maggiore integrazione, attraverso la diffusione di valori e della bellezza, di queste tradizioni e per mantenerle vive.

Il mio sogno è di poter diffondere e far conoscere la cultura Rom a partire dalla mia esperienza personale. Inizierò quindi, raccontando in breve la mia vita.
Sono nato in Italia, a Roma e appartengo ai Khorakhané. La mia famiglia vive nei campi. Io sono cresciuto prevalentemente in casa. Ho vissuto poco nei campi perché mia madre ha sposato un non rom. Ho vissuto con la mia famiglia in una roulotte per alcuni anni, ci siamo spostati in giro per Roma. Quando avevo più o meno 4 anni i miei genitori insieme ad altre famiglie sinte comprarono un terreno a Mentana, più o meno a 30 km da Roma. Divisero il terreno in 5 parti, ogni famiglia ebbe una parte del terreno. Vivevamo in un pullman privato dei sedili e ricostruito a mò di casa. Nel 2001 ci siamo spostati a Roma perché mio padre, attraverso dei contatti con un suo amico gesuita, ha trovato lavoro come responsabile di un centro d’accoglienza per rifugiati politici. Vivo con la mia famiglia in questo centro da allora.
Quello che vorrei mettere in luce sono alcuni momenti importanti nella cultura Rom, ovvero il grande senso di ospitalità, le loro feste ed il matrimonio.
Esistono dei riti dell’ospitalità, che però si stanno perdendo sempre di più. L’usanza è quella di dare il benvenuto all’ospite facendogli lavare i piedi dalla figlia maggiore. Subito dopo c’è il rituale del caffè, sempre preparato dalle donne di casa. All’ospite non viene fatto mancare nulla ed è considerato sacro.
I Rom hanno molte festività, le più importanti sono: il Giurgiedan che ricorre il 6 maggio, il Pash o Milai il 2 agosto ed il Vassili il 14 gennaio.
Durante il Giurgiedan si festeggia l’inizio dell’estate. Prima di questo giorno porta sfortuna lavarsi con l’acqua fredda e portare a casa dei fiori. La mattina del Giurgiedan si va al fiume più vicino e si comincia la giornata prima che il sole sorga. Ognuno deve purificarsi lavandosi con l’acqua del fiume e tornando, si portano a casa dei ramoscelli fioriti.
Ogni famiglia, sempre prima che il sole sorga, deve sacrificare un agnello (Korbano) in ringraziamento a Dio. Di solito per festeggiare la guarigione di un parente o semplicemente per festeggiare l’anno andato bene, una metà dell’agnello viene offerto ai vicini. Non si deve buttare nulla dell’animale sacrificato, che per di più è un simbolo di pace. La festa si deve celebrare con la famiglia di appartenenza. Durante la festa è di buon auspicio mangiare tutte le primizie che la natura offre.
Il termine Pash o Milai significa metà estate. E’ una festa che ricorda l’avvicinarsi dell’inverno: l’estate ha superato la metà e occorre fare provviste per il freddo. In passato il Pash o Milai era anche una data per iniziare a cercare un posto dove accamparsi per il lungo inverno.
Il Vassili invece è il capodanno Rom, ma mia madre non lo ha mai festeggiato perché è il giorno in cui hanno ucciso il suo bisnonno.
Un altro momento speciale della cultura Rom è il matrimonio. Il matrimonio Rom è diviso in diversi momenti. La prima parte prevede la richiesta da parte di un amico comune, ai genitori della ragazza, affinché si possano incontrare con i genitori del ragazzo e di conseguenza, poter chiedere la mano della figlia. Se i genitori della ragazza accettano comincia la seconda parte, ovvero si cerca di radunare una piccola folla di persone, per di più parenti dei genitori del ragazzo, e si va alla porta della ragazza, futura sposa, per dare importanza all’evento. Nel momento in cui le coppie di genitori si devono incontrare, il rituale è molto complesso. I genitori del ragazzo fanno la parte di quelli che sono venuti da lontano e chiedono il permesso di riposarsi in casa dei genitori della ragazza. Ma questi difficilmente accettano subito e il rituale continua ancora per qualche minuto. I genitori della ragazza potrebbero anche decidere di mandarli via e farli tornare in un secondo momento.
Quando il padre della ragazza accetta di accoglierli in casa inizia la terza parte del rituale di matrimonio. Si incomincia a parlare del più e del meno cercando di rompere il ghiaccio tra le due famiglie, anche raccontando barzellette. Una volta presa confidenza, il genitore del ragazzo può avanzare la richiesta e qui comincia un altro rituale. I genitori della ragazza cercano di darle un grande valore materiale, il più alto possibile.
Di contro i genitori del ragazzo cercano di abbassare la dote, cercando di sensibilizzarli in virtù del lungo viaggio e degli sforzi fatti per raggiungerli, parte del rituale di matrimonio descritto sopra. Quando la madre della ragazza getta per terra il suo fazzoletto e chiede ai pretendenti di metterci sopra tutto quello che hanno, parte il momento dell’accordo vero e proprio: si parte da poco fino ad arrivare alla cifra desiderata. Una volta accordato il prezzo della dote si festeggia aprendo una bottiglia ingioiellata portata dai genitori del ragazzo. I gioielli sopra la bottiglia ora appartengono alla ragazza e i due ragazzi sono già sposati.
La cerimonia però avviene durante un’altra giornata sempre concordata dai genitori degli sposi. La quarta fase consiste nella cerimonia celebrata dai due capifamiglia che si promettono rispetto reciproco. Il genitore del ragazzo assicura che la nuora verrà accettata come una figlia in casa e che il figlio non oserà mai farle del male. La quinta ed ultima fase consiste nel far congedare i genitori della sposa dalla loro figlia, poiché lei seguirà la famiglia acquisita. La prima notte di nozze gli sposi consumeranno il matrimonio. La sposa deve essere vergine per non disonorare la propria famiglia, e quindi come prova, il giorno seguente viene esibito il lenzuolo sporco di sangue davanti alla casa degli sposi.
Ho voluto scrivere di queste tradizioni, perchè credo che attraverso la conoscenza delle altre culture sia possibile una vera integrazione e l’eliminazione delle discriminazioni. Il mio sogno è proprio questo, cioè di impegnarmi a diffondere la cultura Rom per l’integrazione e dall’altra impegnarmi a mantenere vive queste stesse tradizioni e a valorizzarle: sarebbe bello se un giorno i Rom potessero tornare ad essere quei meravigliosi artisti, musicisti, artigiani, modellatori di metalli che sono sempre stati.
Andrea Stasolla è uno degli attivisti Rom che frequenta il corso di formazione per portavoce  e leader Rom promossi dalla campagna“Romaidentity – Il mio nome è Rom”. Ha scritto questo articolo nell’ambito del percorso formativo condotto dall’Associazione Stampa Romana e Associazione Rom Sinti @ Politica. L’articolo si può leggere anche su Roma Cultural Magazine n.0


DA  http://romaidentity.wordpress.com/2014/05/06/giurgiedan-si-festeggia-linizio-della-bella-stagione/

Nessun commento:

Posta un commento