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venerdì 29 aprile 2016

SINTOFOBIA

Dalla pagina Facebook di Yuri Del Bar La sintofobia è la nuova frontiera del razzismo L'odio razzista nei confronti di noi persone appartenenti alla minoranza linguistica sinta è sempre in agguato. E' una forma di razzismo costruita non più come in passato da una presunta inferiorità genetica ma da una presunta inferiorità culturale. Ne sono una riprova i commenti postati sulla pagina Facebook della Gazzetta di Mantova alla notizia che l'Amministrazione comunale ha stanziato 95mila euro per fare la manutenzione straordinaria degli impianti nell'Area abitata dalle famiglie povere mantovane, appartenenti alla minoranza linguistica sinta. Noi sinti secondo i tanti commenti siamo esseri inferiori che commettono i peggiori reati contro la collettività. Da quello che si legge siamo un'entità astratta, per alcuni “nomadi”, che non deve proprio esistere, come di fatto teorizzavano gli “scienziati della razza” in Italia e in Germania alla fine degli Anni Trenta del secolo scorso. Il giochino razzista è sempre lo stesso: le vittime (in questo caso noi sinti) diventano nella vulgata corrente dei carnefici, invertendosi le parti. Se fossero stati stanziati 95mila ero per la manutenzione straordinaria delle case popolari nessuno avrebbe espresso discorsi d'odio, ma essendo stanziati dei soldi per le “case popolari” che hanno costruito per noi sinti, il cosiddetto “campo”, ecco che parte immediatamente la sintofobia. Qualsiasi azione dell'Amministrazione che coinvolga anche solo uno di noi, diventa nel dibattito pubblico immediatamente materia per le peggio esternazioni razziste. Ma le forme di razzismo e discriminazione a cui siamo sottoposti continuamente non è solo la sintofobia, ci sono forme più sottili che negano il nostro esistere. Per esempio in Italia c'è un'amnesia generalizzata (Anpi e Istituti di storia in prima fila) sul contributo dato da noi sinti alla Liberazione del nostro Paese. Pochissimi in Italia conoscono la storia di Giuseppe “Tarzan” Catter, partigiano sinto, ucciso dai fascisti nell’Imperiese, il suo distaccamento ne prese il nome. Quasi nessuno conosce che i Martiri di Vicenza erano partigiani sinti, come Walter “Vampa” Catter, fucilato insieme ad altri sinti l’11 novembre 1944. Come nessuno a Mantova conosce la storia dei “Leoni di Breda Solini”, formazione partigiana costituita unicamente da sinti italiani fuggiti dal campo di concentramento di Prignano sul Secchia (MO) e che operò proprio nel mantovano. Mentre vediamo accadere tutte questo, assistiamo all'incapacità della Magistratura nel perseguire e sanzionare queste nuove forme di razzismo e vediamo le Istituzioni depotenziare tutti gli strumenti al contrasto del razzismo. Yuri Del Bar Associazione Sucar Drom

25 aprile - partigiani rom e sinti dimenticati?

Sono i rom il vero must delle elezioni romane tra ruspe, sgomberi e soluzioni autentiche - l'Espresso

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Discriminazione e stereotipi: una lettera diffida Marchini

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Minori rom, la scuola che fallisce   | Cronaca | www.avvenire.it

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Noi rom non siamo nomadi

molto utile. Da leggere!





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I rom sono antipatici a quasi tutti - Il Post

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