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Tutto il dibattito pubblico è concentrato sui campi nomadi che tutti vogliono teoricamente smantellare, ma nulla cambia, troppi soggetti utilizzano il tema rom quale strumento per la propaganda e per interessi personali. Recenti inchieste in diverse città Italiane dimostrano come il tema rom è oggetto di un approccio sbagliato. “Predicano bene e razzolano male”, mentre il disagio si riversa irrimediabilmente sulla quotidianità di tutti i cittadini.
Migliorare la condizione della minoranza romanì e la coesione socio-culturale con tutti i cittadini, è molto più semplice di quando si possa immaginare. Infatti qualche giorno fa la Fondazione romanì Italia ha descritto UNA proposta concreta, chiara e normale.
Perchè tanto odio verso la minoranza romanì?
La responsabilità è da attribuire alla diffusione ad arte di disinformazioni e distorsioni culturali, che conducono verso una sbagliata lettura dei bisogni e quindi proposte pubbliche e rivendicazioni inutili e sbagliate.
Quando la diagnosi è sbagliata, la cura non produce benefici.
Per la minoranza romanì le rivendicazioni e la proposta pubblica sono basate su un approccio “multiculturalistico-differenziato” che radicalizza l'esclusione e blocca qualsiasi forma di inclusione relazionale e culturale.
Per forare l'opacità e l'ostracismo verso la minoranza romanì bisogna imparare dal passato, ed è essenziale trovare e sviluppare una relazione socio-culturale con un nuovo e moderno modello di promozione dell'impegno sociale, del dialogo interculturale, degli strumenti e delle metodologie di intervento della politica sociale e culturale.
Un articolato lavoro sul campo per avviare “processi”, le cui dinamiche sono collocate dentro le comunità, che sappiano produrre e condividere metafore/narrazioni e rompere un "conformismo" fatto di tacito consenso delle convinzioni sociali e culturali.
Sviluppare un diverso modello di sviluppo degli interventi per la minoranza romanì con processi per condurre la persona a ritrovare l'essenza di comunità, con azioni per rinsaldare il legame individuo-comunità-società, che consenta alle persone di recuperare relazioni e spazi nei quali essere ed agire, sviluppando un senso di appartenenza alla comunità.
Per influenzare le problematiche sociali e culturali, abbiamo bisogno di influenzare gli ambienti sociali e culturali. Il folclorismo e/o la "partecipazione convenzionale" non influenzano gli ambienti, ma confermano i pregiudizi e le immagini mentali.
La sfida di Fondazione romanì Italia è di contribuire ad aprire nel contesto un impatto alle resistenze al cambiamento, e rendere visibile un cambio di paradigma nelle politiche.
Dr. Nazzareno Guarnieri - Presidente Fondazione romanì Italia
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