Translate

Visualizzazioni totali del nuovo Blog

AGGIORNAMENTI DA SITI E BLOG

ASSOCIAZIONE 21 LUGLIO

ALEXIAN SANTINO SPINELLI

osservAzione

SUPPORTING ROMA VOICES

ROMA RIGHTS

OPRE ROMA!

RomaniNet - animated romani language cours

SEGRETARIADO GITANO

THE ROMANI WAY

MARCELLO ZUINISI (NAZIONE ROM)

domenica 3 gennaio 2016

IDEA ROM SULLO SGOMBERO DI VIA IDRO

 
 
 
Idea Rom Onlus ha aggiunto 5 nuove foto.
 
 
DISUMANI ALL'OPERA ANCHE A MILANO: DIAMO UNA MANO AI ROM DI VIA IDRO
Subito dopo le feste natalizie i Rom del campo regolare di via Idro di Milano, nel quale vivono da 26 anni, saranno sgomberati. In 26 anni si sono inseriti, hanno costruito rapporti con il quartiere nel quale vivono regolarmente, i loro figli vanno a scuola. Sono tutti cittadini italiani, molti di loro discendono dai Rom internati nei campi di concentramento nazifascisti italiani. Dovranno abbandonare le loro case, le loro attività, i loro beni e affetti, i loro figli dovranno abbandonare le scuole che frequentano.
Come soluzione alternativa il Comune di Milano offre loro i container dei Centri di Emergenza Sociale e di Centri di Autonomia Abitativa nei quali sono già ospitate le famiglie rom sgomberate dai campi irregolari (che dovrebbero lasciare il loro posto alle famiglie di via Idro senza nessuna soluzione). In ogni caso l’ospitalità in questi centri è temporanea, in strutture precarie (container di 12-15 metri quadri per le famiglie di minimo 4-5 membri). Potrebbero stare lì al massimo un anno e in quest’anno il Comune di Milano dovrebbe offrire loro i percorsi di integrazione e di autonomia. Abbiamo seri dubbi che questi percorsi possono realizzarsi in un anno visti i precedenti con molte altre famiglie ospitate già in questi centri che non hanno avuto nessun percorso e sono finite per strada. Non si capisce poi perché questi percorsi non vengono effettuati direttamente dal campo nel quale le persone hanno già una loro casa evitando tra l’altro anche i costi di permanenza nei centri del Comune.
IL CENTRO DI AUTONOMIA ABITATIVA DEL COMUNE DI MILANO: CONTAINER E LA CUCINA COMUNE
Il “superamento dei campi Rom” deve essere una decisione condivisa e concordata con le famiglie e deve essere una scelta con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle famiglie, non di peggiorarle. Non si può ridurre alla chiusura del campo e alla deportazione nei centri temporanei senza nessuna certezza per il futuro loro e dei loro figli.
Il comune di Milano ha speso quasi 6 milioni di euro di soldi pubblici negli ultimi 3 anni e questi soldi non hanno portato nessun miglioramento per le comunità Rom di Milano perchè sono stati usati esclusivamente per gli sgomberi, per i Centri di emergenza sociale e per la loro gestione.
Insieme alle famiglie Rom di via Idro chiediamo al Comune di Milano di non sgomberare il campo di via Idro finchè non siano definite le soluzioni concrete di inserimento abitativo e lavorativo per gli abitanti. Solo allora la chiusura del campo di via Idro, come di ogni altro campo, può avere un senso: dare una prospettiva di inclusione sociale e di miglioramento delle condizioni di vita delle persone.
Vi chiediamo di aiutare gli abitanti del campo di via Idro nel loro sforzo di mantenere la dignità e di non essere costretti di iniziare la propria vita da capo, perdendo tutto. Vi chiediamo di perdere qualche minuto del vostro tempo e scrivere entro l’11 Gennaio al Sindaco di Milano Giuliano Pisapia.
Grazie per il vostro appoggio
Famiglie di via Idro, Consulta Rom e Sinti di Milano.
Se siete d’accordo inviate questa e mail al Sindaco di Milano sindaco.pisapia@comune.milano.it:
Illustre Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia
Non sgomberi le persone dal campo di via Idro fino a quando non ci sono le soluzioni concrete e durature per il loro inserimento abitativo e lavorativo.
Per conoscenza a :
Marco Granelli, Assessore alla siccurezza: Assessore.Granelli@comune.milano.it ;
Prefetto di Milano: ugo.taucer@interno.it;
La comunità di via Idro: romviaidro@gmail.com;
Idea Rom Onlus: idea.rom@gmail.com
Per favore, condividete questa lettera

Storia di Rom e Sinti

L'histoire des Roms. Depuis leur entrée en Europe, les Roms ont été proscrits, esclaves, chassés, torturés, et assassinés. Depuis l'époque de l'Slobuzenja (abolition de l'esclavage Romani) en 1856, à nos jours, les Roms ont lutté pour leurs droits simplement sociaux et humains, en grande partie face aux oreilles sourdes de gouvernements du monde entier et un public indifférent.

430-443. The Persian poet Firdawsi reports in the Shah-Nameh (Book of Kings), written c.1000, how the Persian Shah Bahram Gur persuades the Indian King Shangul to send him 10,000 Luri musicians to be distributed to the various parts of the Persian kingdom.
www.reocities.com|Di Patrin © 1996-2000

LUIGI COLAIANNI: IDEE PER IL TERZO GIORNO DELL'ANNO (A PROPOSITO DI INTEGRAZIONE DI ROM, SINTI E CAMMINANTI)

Dalla pagina Facebook di Luigi Colaianni

Idee per il terzo giorno dell'anno.

POR PROGRAMMA OPERATIVO NELL'AMBITO DELL'OBIETTIVO "INVESTIMENTI IN FAVORE DELLA CRESCITA E DELL'OCCUPAZIONE"
1. STRATEGIA PER IL CONTRIBUTO DEL PROGRAMMA OPERATIVO ALLA STRATEGIA DELL'UNIONE PER UNA CRESCITA INTELLIGENTE, SOSTENIBILE E INCLUSIVA E AL RAGGIUNGIMENTO DELLA COESIONE ECONOMICA, SOCIALE E TERRITORIALE
...
ii. Il sostegno alla Strategia di integrazione dei Rom, alle politiche per le pari opportunità, la non discriminazione e l’integrazione dei migranti.

Gli obiettivi generali

Gli obiettivi della Strategia EU 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva si declinano anche attraverso una strategia di intervento destinata al rafforzamento del principio di pari opportunità e non discriminazione che coinvolge quei destinatari nei confronti dei quali vengono attuate violenze o comportamenti discriminatori, che incidono sul godimento dei propri diritti e sulle opportunità offerte e disponibili, contribuendo a determinare condizioni di vulnerabilità, se non di vera e propria esclusione dalla vita attiva.
Tra i diversi gruppi di persone che sono esposti al rischio di discriminazione, il PON Inclusione Sociale rivolge un’attenzione particolare alle seguenti categorie: ROM, Sinti e Caminanti; donne vittime di violenza e persone vittime di grave sfruttamento, sia questo sessuale e/o lavorativo, e di fenomeni di tratta; altre vittime di discriminazione; beneficiari di protezione internazionale, sussidiaria ed umanitaria e i minori stranieri non accompagnati; detenuti. In tutti i casi, si tratta di potenziali destinatari che, per le condizioni in cui versano, risultano particolarmente esposti e vulnerabili rispetto ai rischi di esclusione sociale, intesa come esclusione non solo dalle risorse economiche ma dal complesso sistema di norme, regole, prassi e relazioni informali, che generalmente regolano e sostengono l’inclusione delle persone nella società a cui appartengono.
Alle problematiche citate, lesive della possibilità, per chi ne viene coinvolto, di poter agire pienamente i propri diritti e di poter partecipare, in condizioni di pari opportunità, ai sistemi che ne agevolino l’inclusione attiva, il PON Inclusione intende fornire una risposta in maniera complementare e sussidiaria rispetto a quanto intrapreso attraverso le politiche ordinarie, in coordinamento con gli interventi attuati nei territori anche attraverso i POR .

I Rom, i Sinti e i Caminanti (RSC)
Il Consiglio d’Europa ritiene che il tasso numerico delle popolazioni Rom in Europa si attesti introno alle 11.155.000 unità, mentre in Italia se ne contano circa 140.000, comunque comprese tra le 110.000 e le 180.000 presenze , corrispondenti allo 0,23% della popolazione totale, senza tenere conto degli irregolari presenti sul territorio nazionale.
L’inadeguato livello di istruzione media nei cittadini di origine Rom, Sinti e Caminanti è una delle principali cause della loro precaria condizione di vita e delle difficoltà di accesso al mercato del lavoro. Gli alunni RSC, iscritti nei diversi ordini e gradi di scuola (scuole statali e non), nell’anno scolastico 2010/2011 sono stati 12.377. Sussiste un alto tasso di abbandono scolastico (il 42% circa nel I ciclo) che determina un alto livello di analfabetismo nell’intera popolazione. Le problematiche che emergono nella scolarizzazione dei RSC sono legate a una serie di fattori ricorrenti quali ad esempio il disagio abitativo, le difficoltà economiche familiari, barriere nell’accesso e nell’inserimento scolastico dovute a pregiudizi e scarsa conoscenza dei bisogni e delle potenzialità dei RSC, la insufficiente partecipazione delle famiglie al percorso scolastico dei figli, nonché una scarsa alfabetizzazione degli stessi adulti [12] .
Sotto il profilo sanitario, si segnala una scarsa conoscenza dei livelli di salute delle comunità rom e sinte e delle loro modalità di accesso ai servizi, ma anche pregiudizi nei loro confronti e l’esistenza di barriere connesse alla complessità delle procedure di fruizione dei servizi sanitari pubblici. Molti RSC, infatti, pur essendo in regola con le norme sul permesso di soggiorno, non esercitano il loro diritto di scelta del medico di base. Secondo l’indagine riportata nell’ “EU Inclusive”- Rapporto nazionale sull’inclusione lavorativa e sociale dei Rom in Italia, il 26% del campione intervistato risultava privo della tessera sanitaria. Vi è un sostanziale accordo nel considerare tale popolazione ad alto rischio sanitario. Sia le comunità nomadi sia quelle stanziali vivono in condizioni di povertà e di degrado abitativo. I RSC hanno più bassa aspettativa di vita e più alti tassi di mortalità infantile rispetto alla popolazione maggioritaria
Un’analisi dell’ambito lavorativo rivela che negli ultimi anni non sono stati molti i tentativi di inserimento dei Rom all’interno dei circuiti lavorativi differenti dalle loro attività tradizionali. I Rom molto spesso vedono ristrette le possibilità lavorative collegate ad attività manuali. Non pochi tra loro hanno trovato delle difficoltà con riguardo all’inserimento professionale, per inadeguato compenso o difficoltà legate alla struttura organizzativa del lavoro. All’interno del citato rapporto sull’inclusione lavorativa e sociale dei Rom, solo un intervistato su tre risulta occupato, mentre il 27,2% degli intervistati risulta disoccupato ed il restante 37,8% del campione risulta inattivo.
Le cause della difficile integrazione dei RSC in Italia vanno individuate in modo separato per ciascuno dei quattro ambiti: istruzione, sanità, presa in carico e occupazione.
Con riferimento all’istruzione esistono barriere nell’accesso e nell’inserimento scolastico dovute a: pregiudizi e scarsa conoscenza dei bisogni e delle potenzialità dei RSC; scarsa partecipazione delle famiglie al percorso scolastico dei figli; scarsa alfabetizzazione degli adulti; assenza di modelli di successo scolastico nelle comunità RSC.
Con riferimento alla sanità è possibile identificare una serie di concause che intrecciano difficoltà e ostacoli strutturali nell’accesso alla salute, condizioni socio-economiche precarie e fattori culturali (preferiscono rivolgersi ai pronti soccorsi piuttosto che rivolgersi al medico di base)
Con riferimento alla presa in carico si registrano forti fenomeni di segregazione ed auto segregazione delle comunità RSC dalla società maggioritaria legate, in particolare, all’attuazione di politiche locali temporanee ed emergenziali, fondate sulla costruzione di “campi nomadi” che hanno condotto ad una esasperazione di quell’isolamento che ha impedito nel tempo il pieno godimento dei diritti fondamentali, alimentando forme di diffidenza reciproca fino alla stigmatizzazione e all’esclusione sociale.
Con riferimento alle condizioni occupazionali l’esclusione dei Rom è riconducibile ad una serie di concause quali: disagio abitativo, mancato accesso ai servizi, basso livello di istruzione, discriminazione ecc.. Le diverse concause portano ad una emarginazione dei Rom con conseguente difficoltà nell’inserimento occupazionale.
L’approccio compartimentale rispetto al problema ha portato a politiche finalizzate alla risoluzione di una causa singola (politiche abitative, inclusione scolastica o professionale ecc…), carenti di ricadute sul medio-lungo periodo.
Gli strumenti attuabili all’interno del PON sono conseguentemente:
- per l’istruzione: crescita del confronto tra famiglie RSC, Istituzioni Scolastica ed ambiente extrascolastico; migliore conoscenza dei contesti di vita specifici delle comunità RSC (abitativi-socio-economici-culturali) da parte degli addetti ai lavori e degli stakeholders;
- per la sanità: promuovere analisi, modelli e linee guida per il superamento degli ostacoli strutturali e socio-culturali nell’accesso ai servizi sanitari per le comunità rom e sinti; favorire la sperimentazione di modelli formativi, di mediazione interculturale e di cooperazione interistituzionale, per un più agevole accesso all’offerta sanitaria ordinaria per gli abitanti di insediamenti rom e sinti;
- per la presa in carico: integrare diversi interventi settoriali attraverso l’affiancamento e la presa in carico, la partecipazione e la mediazione dei conflitti;
- per l’occupazione: sperimentazione di progetti pilota volti ad aumentare l’occupabilità e la partecipazione al mercato del lavoro dei soggetti target.

Entrevista a María José Jiménez, feminista, gitana y candidata de Podemos al Congreso 

Entrevista a María José Jiménez, feminista, gitana y candidata de Podemos al Congreso | Ismael Cortés