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Cambiare il dibattito pubblico sulla minoranza romanì è necessario per il contrasto alla discriminazione e
per un miglioramento della qualità della vita delle comunità romanès.
Per cambiare il dibattito pubblico sulla minoranza romanì occorre un radicale cambiamento del modello di sviluppo degli interventi per le comunità romanès; un modello basato su un approccio multiculturalista-differenziato che non ha portato i benefici sperati ed ha contribuito a cristillare la confusione e la scarsa o deformata conoscenza della minoranza romanì, rendendola opaca alla dialettica sociale e culturale ed esclusa dai processi decisionali, per scarsa e spesso dequalificata partecipazione attiva dei rom. Alle derive opacizzanti ed escludenti del modello di sviluppo degli interventi per le comunità romanès occorre oggi avviare un diverso modello, basato su processi, con approccio interculturale conoscitivo e dialettico, in cui la diversità culturale romanì deve svolgere un ruolo specifico, e non esclusivo. Dai percorsi di inclusione, interazione ed evoluzione della minoranza romanì non si può escludere la diversità culturale romanì, e neppure si può continuare a strumentalizzarla e folclorizzarla, perchè la cultura non comprende solo l'arte e la letteratura, ma anche i modi di vita, i sistemi di valori, le tradizioni e le credenze. Dentro al concetto di cultura c’è identità, capacità, espressione di sé come persone e come comunità, c'è memoria del passato e proiezione nel futuro, c'è evoluzione culturale. La cultura cambia, si evolve, "partire da lì e non cancellarla". Alle derive opacizzanti ed escludenti della minoranza romanì la Fondazione romanì Italia propone ed attiva processi di sviluppo delle comunità, nella dimensione interculturale, con azioni e rivendicazioni per dare risposte dotate di senso ai bisogni materiali ed immateriali, le cui dinamiche sono collocate dentro le comunità, nelle differenze culturali, nel riconoscimento e partecipazione. Per riconoscimento intendiamo il riconoscimento della personalità culturale alla minoranza romanì, ma anche il superamento del concetto differenziato-segregante e opicizzante di “campo”, e quello di «microarea», quando questa sia destinata esclusivamente alle comunità romanès e non all'insieme della popolazione di un territorio. Per partecipazione intendiamo la partecipazione attiva e qualificata dei rom, specifico e non esclusivo nei vari processi consultivi e decisionali, e per “qualificata” si intende dotata di conoscenze-competenze professionali e requisiti morali. Alla luce di queste sintetiche considerazioni Fondazione romanì Italia ha avviato iniziative incentrate sullo sviluppo delle comunità per compensare i deficit conoscitivi, di evoluzione culturale e di partecipazione, con approccio interculturale e la creazione di sinergie virtuose tra soggetti pubblici e privati. Queste iniziative hanno portato a buoni risultati, alcune inziali criticità sono state risolte con la sistematizzazione delle esperienze, le quali permetteranno di definire un modello di sviluppo degli interventi con le comunità romanès diverso dal passato. Le iniziative sono state realizzate con il contributo economico e volontario di soggetti pubblici e privati. La rendicontazione è disponibile nel sito web: www.fondazioneromani.eu
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