COMUNICATO STAMPA
CS049-2014
GIORNATA INTERNAZIONALE DEI ROM E
DEI SINTI: AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE GIUSTIZIA E PROTEZIONE DI FRONTE
ALLA VIOLENZA
In occasione della Giornata internazionale
dei rom e dei sinti, che si celebra ogni anno l’8 aprile, Amnesty International
ha denunciato che gli stati europei non stanno contrastando, e anzi in
alcuni casi alimentano, la discriminazione, le intimidazioni e le violenze
nei confronti dei rom.
“In Europa, negli ultimi anni, vi e’
stata una rilevante crescita della violenza anti-rom. La risposta a questo
fenomeno allarmante e’ stata clamorosamente inadeguata. E’ inaccettabile
che nell’Europa moderna di oggi le comunita’ rom debbano vivere sotto
la costante minaccia della violenza e di attacchi simili ai pogrom” –
ha dichiarato John Dalhuisen, direttore del Programma Europa e Asia Centrale
di Amnesty International.
“Troppo spesso i leader europei si
mostrano compiacenti verso i pregiudizi che alimentano la violenza contro
i rom, definendoli persone asociali e indesiderate. Se da un lato, in generale,
condannano i piu’ gravi episodi di violenza contro i rom, dall’altro
le autorita’ sono riluttanti a riconoscerne l’effettiva dimensione e
sono lenti a contrastarla. Da parte sua, l’Unione europea si e’ mostrata
restia a contestare agli stati membri la sistematica e fin troppo evidente
discriminazione nei confronti dei rom” – ha aggiunto Dalhuisen.
In un rapporto diffuso oggi, intitolato
“Chiediamo giustizia. L’Europa non protegge i rom dalla violenza razzista”,
Amnesty International prende in esame la violenza e le intimidazioni motivate
dall’odio compiute da rappresentanti dello stato e da comuni cittadini
in Francia, Grecia e Repubblica Ceca, esempi di una situazione trasversale
a tutto il continente.
“In molti casi, le autorita’ preposte
al mantenimento dell’ordine pubblico non impediscono gli attacchi razzisti
e non garantiscono che il movente di odio sia indagato adeguatamente e
che gli autori di tali attacchi siano portati di fronte alla giustizia”
– ha sottolineato Dalhuisen.
I governi europei non tutelano le comunita’
rom da piu’ punti di vista: discriminazione, sgomberi forzati, segregazione
e un’istruzione al di sotto degli standard sono la norma in molti paesi.
“L’Unione europea ha un complesso
legislativo a sua disposizione per assicurare che la violenza discriminatoria
e la discriminazione in quanto tale siano contrastate. Tuttavia la Commissione
europea, che ha il compito di supervisionare l’applicazione della legislazione
comunitaria negli stati membri, non si e’ ancora impegnata in un’azione
chiara e decisiva per affrontare la violenza e la discriminazione nei confronti
dei rom all’interno degli stati membri” – ha concluso Dalhuisen.
In occasione della Giornata internazionale
dei rom e dei sinti, Amnesty International chiede ai governi nazionali
e all’Unione europea un impegno visibile e tangibile per sradicare il
flagello della discriminazione, dell’intolleranza e della violenza contro
i rom nel continente.
Repubblica Ceca
Nell’estate e nell’autunno del 2013,
gruppi di estrema destra hanno organizzato proteste anti-rom in decine
di citta’ e villaggi di tutto il paese, ricorrendo a sistematiche intimidazioni
nei confronti delle comunita’ rom. Ad esempio, tra giugno e ottobre, estremisti
di destra e abitanti hanno svolto marce a scadenza regolare in un quartiere
di ?eske’ Bud?jovice dopo una lite tra adulti rom e non rom in un campo
da gioco per bambini.
Stefan, un rom, ha dichiarato ad Amnesty
International: “Alcune persone non si rendono conto che [durante quelle
manifestazioni, i rom] devono rimanere chiusi in un unico posto, che i
bambini hanno paura. Durano tutto il giorno e ci lasciano traumatizzati.
Nessuno merita di vivere un’esperienza del genere. E’ gia’ successo
durante la guerra e penso che oggi, nel 2013, nel XXI secolo, non dobbiamo
provarlo di nuovo”.
Francia
Dopo aver lasciato i loro paesi a causa
della discriminazione, molti dei 20.000 rom che si trovano in Francia vivono
in insediamenti informali dove raramente hanno accesso a servizi essenziali
come quelli igienico-sanitari e l’acqua. Vengono spesso sottoposti a sgomberi
forzati, intimiditi dalla polizia o da altri cittadini e a volte attaccati.
La sera del 22 novembre 2011, a Marsiglia,
la polizia fece irruzione nell’insediamento informale vicino alla chiesa
di St. Martin d’Arenc per eseguire lo sgombero forzato di 10 famiglie
rom. Gli agenti lanciarono lacrimogeni dentro le tende dove i bambini stavano
dormendo, per poi distruggerle insieme ad altri effetti personali.
R. fu picchiato dagli agenti:
“Volevo fuggire ma non riuscivo a vedere niente, a un certo punto ho visto
un cancello ma quando stavo per raggiungerlo ho sentito come se mi si fosse
rotta una gamba. Poi non ricordo piu’ nulla”. R. e’ stato operato per
una frattura al femore e ha trascorso sei mesi in un centro di riabilitazione.
Generalmente, i migranti rom di Marsiglia
non denunciano i casi di intimidazione e di violenza perche’ non hanno
fiducia nella polizia e temono ulteriori conseguenze. S., un assistente
sociale rom che viveva in un campo informale, ha dichiarato ad Amnesty
International: “I rom hanno davvero il terrore della polizia. Nel mio
lavoro, mi capita regolarmente di accompagnare i bambini rom in ospedale
per le cure mediche e appena vedono la polizia hanno paura”.
Grecia
I 250 – 350.000 rom residenti in Grecia
sono l’anello finale di una catena di trattamenti discriminatori che va
avanti da generazioni.
Nel 2012 e nel 2013 la comunita’ rom
di Etokilo, nella Grecia occidentale, ha subito una lunga serie di attacchi
in stile pogrom.
Irini ha raccontato ad Amnesty International
cosa e’ successo il 4 gennaio 2013, quando una settantina di persone lanciarono
bombe molotov, pietre e travi di legno contro le abitazioni dei rom: “Quando
li vidi arrivare, presi i miei figli e ci chiudemmo dentro casa. Loro piangevano,
gridavano… Io ero terrorizzata. [Gli aggressori] li conoscevo quasi tutti,
eravamo cresciuti insieme. Lanciarono una bottiglia di vetro contro la
finestra e la casa prese fuoco”.
Quel giorno, sei case e quattro automobili
vennero incendiate o danneggiate. Molti rom hanno raccontato ad Amnesty
International di essersi sentiti traditi dalla polizia. Uno di loro ha
detto: “Dall’interno della mia abitazione vedevo due agenti. Stavano
li’ fermi a osservare, chiedendo alle persone di smetterla. Non hanno
fatto nient’altro”.
Ulteriori informazioni
Il rapporto che Amnesty International
pubblica oggi non menziona l’Italia ma cio’ non significa che il paese
sia estraneo ai crimini d’odio, anche, ma non solo, nei confronti dei
rom.
Tra gli episodi di cronaca degli ultimi
anni, Amnesty International ricorda l’attacco al campo rom della Continassa
nel quartiere Vallette di Torino, nel dicembre 2011; le massicce minacce
e intimidazioni alla comunita’ rom di Pescara nel maggio 2012, quando
a seguito di un omicidio compiuto da un rom, molti membri della comunita’
rimasero chiusi nelle loro case o si allontanarono dalla citta’ per il
timore di violenze; l’attacco con lanci di pietre contro il campo rom
di Dione Cassio a Milano (nei pressi di viale Ungheria), nell’aprile 2013.
Questi e altri precedenti attacchi sono
stati spesso accompagnati da affermazioni discriminatorie da parte di autorita’
nazionali e locali, che stigmatizzavano i rom e li collegavano a problemi
di sicurezza.
Nonostante la legge Mancino-Reale tuteli
le persone vittima di crimini di odio per motivi etnici e di razza, molto
resta da fare per prevenire e rafforzare la tutela dei rom e non solo,
come ha anche ricordato nel 2012 il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione
della discriminazione razziale.
In occasione dell’8 aprile un gruppo
di associazioni e organizzazioni non governative impegnate nella difesa
dei diritti umani della comunita’ rom di Roma – tra cui Amnesty International
Italia, Popica onlus, Rete Territoriale Roma Est, Cittadinanza e minoranze,
ATD Quarto Mondo - ha scritto al sindaco Ignazio Marino chiedendo di fermare
la segregazione abitativa dei rom nei campi autorizzati e che le risorse
economiche destinate al rifacimento del “villaggio attrezzato” di via
della Cesarina siano invece investite in progetti per la realizzazione
del diritto a un alloggio adeguato e l’inclusione sociale per le famiglie
rom attualmente accolte nel centro di accoglienza denominato “Best House
Rom” e per le famiglie non rom in condizione di disagio abitativo.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 8 aprile 2014
Il rapporto “Chiediamo giustizia. L’Europa
non protegge i rom dalla violenza razzista” e’ disponibile in lingua
inglese all’indirizzo: http://www.amnesty.it/Giornata-internazionale-rom-e-sinti-giustizia-e-protezione-di-fronte-a-violenza
e presso l’Ufficio Stampa di Amnesty International.
Per interviste:
Amnesty International Italia – Ufficio
Stampa
Tel. 06 4490224 – cell. 348 6974361,
e-mail: press@amnesty.it
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